Fra i momenti più importanti della storia ventennale dell’Albano Calcio a 5, c’è la vittoria della Coppa Lazio nella stagione 2000 – 2001, in finale contro la Tecnifor sconfitta per 7 – 2. Questo trionfo riscattò l’amaro insuccesso, nella stessa annata, rimediato in finale di Coppa Italia Nazionale, quando l’Albano Calcio a 5 fu battuto, ai supplementari, dal Torino, dopo una marcia vittoriosa che aveva visto gli albanensi imporsi contro Orvieto, Napoli e Messina. A ricordare, invece, la vittoria nella Coppa Lazio è stato innanzitutto Silvano Barbaliscia, detto “O Mago”, all’epoca dirigente biancorosso, carica che ricopre tutt’oggi: «Ci fu un’atmosfera molto tesa, ma stemperata dall’immancabile “humour” del gruppo. A pranzo, prima del match, le facce più tese furono quelle del mister Fabio Cioli e della proprietà nelle persone di Angelo e Tonino Sette. La sensazione di avere la storia a portata di mano si toccava e metteva paura. Poi il silenzio e la concentrazione negli spogliatoi del palazzetto “Green House” a Santa Maria delle Mole. Fu una gara entusiasmante. Contro ogni pronostico, l’Albano fu sempre avanti alla corazzata Tecnifor. La partita finì 7 – 2 e dopo ci fu l’apoteosi». Sul trionfo biancorosso sono intervenuti anche Gigi Verdecchia, capitano di quella formazione, e Flavio Ciattaglia, portiere della squadra guidata da Fabio Cioli: «Un bellissimo ricordo, fra i migliori. Si creò un gruppo fantastico, magari inferiore tecnicamente a tanti altri, ma per carattere e determinazione eravamo i primi». Alle parole del tandem Verdecchia – Ciattaglia hanno fatto seguito quelle di Stefano Gramiccia: «Eravamo un gruppo unito. Si creò un’alchimia irripetibile. Stavamo sempre insieme. Fu una vittoria bellissima, a maggior ragione se si pensa che partimmo da sfavoriti». Non sono mancate le parole di Sandro Moroni che ha commentato: «Affrontammo una squadra con credenziali maggiori rispetto alle nostre. Quella vittoria diede l’opportunità all’Albano Calcio a 5 di entrare a far parte di una cerchia ristretta di squadre, nel giro che conta. Un trionfo che diede una caratura diversa alla società».
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