PICS OF THE MATCH

Il campo è pesante almeno quanto la linea Maginot di antichi trascorsi, l’avversario non irresistibile ma ostico e la cultura dell’alibi in mode on e galoppante, ma alla fine i tre gettoni sono al sicuro dietro la stoffa della nostra tasca e i due bruscoli invece li lasciamo a loro. C’è da dire che piu che a rendersi pericolosi gli riusciva bene impantanare la jeep guidata dal mister Baroncini, o meglio telecomandata visto il terzo e ultimo turno di squalifica da scontare fuori dal terreno di gioco (anche se stare fuori è un’arte tutta da imparare – signor arbitro). La prima azione è un lampo della nube Fattore che si sposta velocemente da est a ovest e scarica la sua saetta, il portiere respinge goffo ma poi ha un riflesso da jedi sulla ribadita a botta sicura di Nicolai e spedisce in angolo, e da lì si capisce di non avere a che fare con un sonnolento benzinaio del Texas ma con un leopardo sornione. Gli spazi sono vasti e c’è modo di affondare, ma i tiri sembrano partire con un contrappeso attaccato dietro e il felino è sempre vigile nella sua gabbia, deve pensarci il buon Giusti che da dentro l’area per una volta indossa il vestito da Babbo Natale e fa un regalo all’occorrente Le Pera: mira tirata su e 0-1. Tutto il secondo tempo è un avvicendarsi di proposte golden che hanno terreno favorevole per svilupparsi ma che restano a mezz’aria e si inceppano nel limbo dei contrasti, quando corri su fascia e non guardi in mezzo, quando la passi e non concludi, quando la passi e ti intercettano e poi la riperdono e tu te la riperdi. Il raddoppio, più che tarda ad arrivare, ci mette una vita e consiste in uno spunto, un tentativo di tiro – stiamo ancora cercando termini adatti che descrivano il fenomeno – di Fattore che comunque combina qualcosa, sembra accennare un cucchiaio di ispirazione tottiana che sembra piu un mestolo da polenta, fatto sta che la palla sbatte su 2-3 sportivi a caso e alla fine qualcuno la ritrova in porta. Ma quando scendi nel fosso a lottare come un forsennato diventa rischioso e il pericolo è dietro l’angolo, perche non sai da quale parte della mischia uscirà la palla, e può farlo nei modi che non ti aspetti come fosse ovale: loro accorciano su verticalizzazione improvvisa e continuano a spingere fino all’ultimo, alla fine le parate più decisive sono quelle di san Valeri da Panichello. Più compassati della nutella, ma alla fine il risultato è dolce tanto quanto. Sarà contento il guidatore che forse starà iniziando a vedere che la sua jeep può ingranare la marcia giusta.

Bocce time: l’intoppo di Nicolai a 2 metri dalla porta, pescato da Cecio oltre la linea dei difensori, ma il 19 ha un colpo di sonno improvviso che manco un camionista sulla statale alle 2 di notte e tutto cio che riesce a fare è sverniciare la palla di mezzo esterno in direzione leopardo, imprimendole una forza non superiore ai 3 newton (Fattore coglierà di certo l’entità dell’unità di misura, ce lo auguriamo, sempre che faccia davvero ingegneria)
Futsal time: i triangoli lato-centro-lato dei vari interpreti che portavano sistematicamente al tiro un boy nel primo tempo e un paio di buoni spunti nella seconda frazione, ma il futsal aveva il limite a 30 e ha viaggiato col freno a mano tirato
Golden boy: i complimenti della redazione vanno a Giusti che proprio nei minuti finali sfoggia il colpo con cui si aggiudica la nomination più ambita, precisamente la specialità della casa: la reazione al fallo tattico. Non sopporta proprio di essere fermato mentre si invola famelico verso la porta e così, una volta travolto da dietro dallo sportivo di turno, pensa bene di girarsi a restituire il calcio o quantomeno uno scapaccione e rischia di prendercele dall’intera panchina dell’Eur. Braveheart.

Menzione d’onore al mister che a inizio secondo tempo fa sapere al direttore di gara di poter dire anche “arbitro coglione o arbitro cornuto” in quanto gia squalificato